La tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale è un fenomeno complesso, difficile da descrivere. Da un lato per la fluidità con cui le organizzazioni criminali che la gestiscono si modificano a seconda della legislazione del Paese in cui si svolge lo sfruttamento; dall’altro lato per la tendenza ancora molto diffusa a considerare le persone in situazione di sfruttamento come sole vittime, soggetti quindi passivi da assistere e “salvare”, e non come portatrici di risorse e competenze personali, in grado di autodeterminarsi.

In Italia lo sfruttamento sessuale si svolge in strada o in appartamenti (per questo detto “indoor”). Coinvolge persone di genere femminile, persone transgender e in misura minore persone di genere maschile, alcune delle quali minorenni quando arrivano in Europa.

Non esiste un’unica tipologia di tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Ciò dipende principalmente dal Paese in cui la persona destinata a prostituirsi viene reclutata, dalle modalità e tempistiche del viaggio che affronta prima di giungere in Italia, dalla relazione che ha instaurato o instaurerà con chi la sfrutta. Un elemento che accomuna le persone in situazione di sfruttamento sessuale è la provenienza da Paesi molto poveri, da contesti lavorativi precari, da situazioni familiari spesso complicate, dalla volontà e dal desiderio di avere una vita migliore, come tutti.

È facile immaginare quindi come oggi, in Italia, chi si prostituisce non sia di nazionalità italiana, ma nella quasi totalità dei casi sia una persona straniera, per lo più proveniente da Europa dell’Est, Paesi dell’ex Unione Sovietica, Africa subsahariana, America latina.

Mares è il nome di una ragazza di nazionalità nigeriana uccisa il 23 agosto 2000 a Lonate Ceppino (VA) da due minorenni che tentavano di rapinarla. Aveva 21 anni. Orfana di entrambi i genitori, primogenita di 7 fratelli che vivono attualmente in Nigeria e che lei manteneva vendendo il proprio corpo in strada. A lei abbiamo deciso di dedicare il nome del nostro gruppo, composto unicamente da personale volontario.

Inserendoci all’interno della situazione sopra delineata, il gruppo Mares si propone di incontrare coloro che lavorano sulla strada, considerandole come PERSONE e non come OGGETTO di piacere fisico o PRESENZE INDESIDERATE, per intraprendere insieme a loro e per loro un cammino personalizzato ed  individualizzato di promozione della DIGNITÀ UMANA, attraverso la costruzione di una RELAZIONE POSITIVA, diversa quindi da quella che in genere instaurano con clienti, protettori/protettrici, Forze dell’ordine, “curiosi”.

Pensiamo che le persone che incontriamo sulla strada non siano solo vittime, ma esseri umani che vivono una situazione di difficoltà in un contesto di violenza ed esposizione a seri pericoli, spesso in condizioni di sfruttamento e coercizione agita a livello fisico e/o psicologico da terzi per tornaconto personale.

Con la stessa sicurezza crediamo nella possibilità per queste persone di riprendere nelle proprie mani la capacità di gestire e progettare liberamente la propria vita e al contempo rispettiamo la scelta e la fatica di chi non riesce o non vuole costruire ed intraprendere un percorso di fuoriuscita dallo sfruttamento e di cambiamento.

Questo è il senso dell’attività che proponiamo e due sono le finalità principali del nostro progetto:

  1. la promozione della dignità delle persone in situazione di sfruttamento sessuale;
  2. la sensibilizzazione del territorio.

Da qui derivano gli ambiti operativi che ci proponiamo di portare avanti:

  1. Attività di strada;
  2. Attività di rete;
  3. Sensibilizzazione.

Oltre ad uscite diurne e notturne nel territorio della provincia di Como e Varese, siamo inseriti all’interno del Coordinamento regionale delle Unità di Strada per vittime di tratta e prostituzione gestito da Caritas Ambrosiana e nella rete nazionale delle Unità di Strada gestita dal Numero Verde Antitratta 800 290 290. Svolgiamo infine incontri di informazione rivolti alla cittadinanza e di formazione per aspiranti volontari.